Autori del contributo
Sustainable development goals
Temi
- acqua
- consumi responsabili
- riciclo
- impronta ecologica
Strumenti
- app
- tecniche di nudging
- tavole rotonde
In cosa consiste la modifica dei comportamenti promossa?
Inoltre, è stato sperimentato con appositi eco compattatori il ricorso al riciclo “bottle to bottle”, già presente in paesi come la Svizzera, da promuovere qualora non fosse possibile rifornirsi presso gli erogatori (ad esempio perché assenti in un dato edificio o perché si vuole bere una bevanda diversa dall’acqua).
Quali sono le principali caratteristiche degli strumenti progettati/adottati per promuovere la modifica dei comportamenti e con quali modalità sono stati sperimentati?
Il contributo del gruppo di ricerca del Politecnico ha riguardato principalmente:
- la predisposizione di un questionario per l’analisi dei comportamenti attualmente portati avanti dalla comunità universitaria in relazione all’approvvigionamento di acqua e alla gestione dei rifiuti di plastica generati (sono stati raccolti e analizzati quasi 12.000 risposte);
- la valutazione tramite metodologia LCA (Life Cycle Assessment) dell’impatto ambientale delle diverse filiere di approvvigionamento di acqua disponibili negli atenei al fine di fornire alla comunità universitaria informazioni adeguate per orientare i propri comportamenti.
Quali risultati sono stati ottenuti? Quali le potenzialità e gli ostacoli?
Indagine sulla modalità più frequente di rifornimento di acqua in università (questionario BeviMI)
- Interesse alla sostenibilità delle proprie scelte: il 77% dei rispondenti ha dichiarato di bere acqua di rete perché la ritiene una scelta sostenibile.
L’effettiva sostenibilità di questa scelta è rafforzata dai risultati della ricerca ambientale del progetto BeviMI. - Predisposizione al cambiamento: i risultati hanno rilevato un margine di modifica dei propri comportamenti sulla base di opportuni stimoli e informazioni diffuse in ambito universitario, e questo conferma l’utilità di questo documento.
- Comodità ed economicità: la presenza di un servizio gratuito e comodo è di interesse per lo studente; l’installazione di rubinetti o erogatori diffusi per i campus ne favorirebbe quindi l’uso e ciò comporterebbe una diminuzione globale di impatti ambientali grazie al minor consumo di acqua in bottiglia.
- Esigenza di campagne di sensibilizzazione: emerge la necessità di abbattere falsi miti e aumentare la fiducia nell’acqua di rete. Alcune paure o false convinzioni, infatti, frenano lo studente (stato delle tubature, presenza di calcare, scarso monitoraggio). Per rassicurare la comunità universitaria sull’acqua di rete sarebbe opportuno organizzare eventi o percorsi di approfondimento con la partecipazione di esperti, come avvenuto nel ciclo dei seminari Bbetween Acqua: gestione e uso sostenibile, realizzato tra il 20 aprile e 18 maggio 2022, che ha visto il coinvolgimento del gestore del servizio idrico, di docenti, dei delegati alla sostenibilità degli atenei e di organizzazioni civiche.
- Componente socioculturale: sembra rilevante per le scelte individuali l’impronta familiare e/o dei colleghi. Il 63% dei rispondenti usa acqua di rete anche a casa, il 62% afferma che l’uso di acqua di rete in università è diffuso anche tra amici e colleghi; il 99% esegue la raccolta differenziata della plastica anche a casa e l’87% dice che la raccolta differenziata della plastica in università è diffusa anche tra amici e colleghi.
La sperimentazione pilota dell’app BeviMI presso le tre comunità universitarie, se adottata e sostenuta in risposta ai messaggi chiave emersi dall’indagine sociologica, può costituire uno strumento per guidare le comunità universitarie a ridurre il proprio impatto sulla base delle proprie scelte. In questo modo sarebbe possibile quantificare l’impatto ambientale delle buone pratiche adottate per una valorizzazione nei bilanci di sostenibilità di ogni ateneo.
A conferma dell’effettiva sostenibilità della scelta di bere acqua di rete anziché acqua in bottiglia, è stato confrontato con applicazione della metodologia LCA l’acquisto di una bottiglia in PET da 0,5 litri (filiera 1) con il prelievo di 0,5 litri di acqua di rete tramite casa dell’acqua installata sul territorio e borraccia personale in alluminio (filiera 2). Dai risultati ottenuti è stato possibile affermare che, in accordo con le assunzioni fatte per le due filiere, consultabili nella ricerca completa (e sottoposte per completezza ad opportune analisi di sensibilità), la scelta di bere acqua di rete erogata dalla casa dell’acqua e raccolta tramite borraccia in alluminio è ambientalmente più vantaggiosa della scelta di acquistare acqua nella bottiglia di PET per tutte le 16 categorie di impatto analizzate.
Categorie di impatto valutate nel metodo Environmental Footprint 3.0
proposto dalla Commissione Europea adottato nello studio LCA
Confronto tra gli impatti delle due filiere per tutte e 16 le categorie di impatto analizzate
[ultimo aggiornamento: 23/6/2022]
Team di ricerca sistema PoliMi
Giulia Cavenago, Mario Grosso, Lucia Rigamonti
DICA / Gruppo AWARE – Assessment on WAste and REsources
PROGETTO DI RIFERIMENTO
BeviMi (2021-2022)
Progetto cofinanziato da Fondazione Cariplo con il contributo di CORIPET – Consorzio volontario per riciclo del PET
Partner: CICMA – Comitato Italiano Contratto Mondiale sull’Acqua Onlus (capofila), Università degli Studi di Milano, Università degli Studi Bicocca
Materiali prodotti
- Manuale sintetico “Acqua di rete in università per un impatto sostenibile”
- Relazione completa “Ricerca interuniversitaria: indagine sociologica e valutazione degli impatti ambientali delle filiere di approvvigionamento dell’acqua di rete disponibili nelle università milanesi”
- BEVIAMO IN SICUREZZA L’ACQUA DEL RUBINETTO – Vademecum su uso, manutenzione e igiene delle borracce